Armando Losa

Armando Losa – Senza titolo, ca. 1965 olio su tela 40 x 37 cm

Gli spazi della Sinopia al Museo Casa Rusca accolgono, dal 4 settembre al 1. novembre 2021, le opere dell’artista Armando Losa. Il progetto rientra nel novero delle mostre che il Museo dedica a importanti figure del panorama artistico del Locarnese.

La ricerca di Armando Losa (Locarno, 1936 – Verscio, 2016) si è sviluppata sulla scia di svariati e molteplici contatti artistici che lo hanno ispirato: dai primi approcci con l’arte contemporanea alla Galleria La Cittadella a Locarno, dagli anni a Brera quando era allievo di Achille Funi, dalla lezione del Bauhaus alla pittura astratto-geometrica, dall’informale all’arte povera di più recente declinazione.

Oltre alla cura di numerosi progetti grafici, anche per Casa Rusca e per il Locarno Film Festival, l’artista ha esposto regolarmente le sue opere ed è stato membro intraprendente di Visarte (già SPSAS Società dei pittori, scultori e architetti svizzeri) fino alla sua scomparsa nel 2016.
La mostra vuole essere un omaggio al pittore Armando Losa, che con la sua attività ricca e vivace ha contribuito alla scena culturale locarnese. La selezione di oltre 30 opere tra dipinti e disegni costituisce un’occasione per approfondire, in particolare, la sua produzione pittorica dalla metà degli anni Sessanta fino al 2012.

Tratto distintivo e peculiare dell’artista è il suo rapportarsi con la natura. Armando Losa è un ricercatore che, spinto dalla curiosità di conoscere, s’inoltra nel paesaggio noto eppure sempre misterioso dell’ambiente circostante. Un mondo fatto di colori, di materia e dalle leggi che lo governano. Gli elementi scoperti nella sua indagine si disintegrano in una pittura puntiforme – ottenuta mediante lo spruzzo di piccole macchie – per ricomporsi in nuove visioni astratte (Licheni), oppure si traducono in Segni e Suoni che organizza nelle opere per produrre realtà inattese o, ancora, partendo da una forma-origine si trasformano in forze-colore che si liberano cercando ognuna la propria strada verso lo spazio, passando dal bidimensionale al tridimensionale (Geometria liberata).

Temi dell’esposizione sono soprattutto visioni e ricordi di elementi naturali e luoghi vissuti: dalle montagne della regione fino ai dettagli di un vegetale, per giungere a stilizzazioni che portano alla geometrizzazione più estrema. Non mancano riflessioni sul nascere e sul finire dell’esistenza umana, che fanno scaturire realizzazioni libere e impregnate di energia. Contenuti che Losa riprende a distanza di decenni a dimostrare il bisogno dell’artista di riattraversare i propri passi, di rivisitare da una prospettiva diversa i suoi luoghi di vita e che ritmano lo sviluppo e la continuità nella varietà del suo percorso artistico.

A livello formale, una delle tecniche che contraddistingue il suo lavoro è l’uso frequente del collage: residui di carte dipinte, strappate o ritagliate che, passate nelle mani dell’artista, concorrono a comporre la dinamica strutturale del dipinto.
Il visitatore è invitato così a lasciarsi trasportare nelle geometrie segnate dai colori e dalle forme, a ripensare al contatto diretto con la natura e a quell’attrazione verso la terra capace di suscitare un’intensa partecipazione sul piano estetico e affettivo.
Accanto alle opere esposte nelle due sale principali, sarà proiettato un video-testimonianza di personalità che hanno collaborato o vissuto a stretto contatto con Armando Losa, per restituire al visitatore un profilo biografico “tangibile” dell’artista.

L’esposizione sarà accompagnata da un catalogo con la riproduzione a colori di tutte le opere esposte e testi in italiano e tedesco.

Biografia

Armando Losa nasce a Locarno il 12 dicembre 1936.

Dopo le scuole dell’obbligo inizia un apprendistato come meccanico di precisione che interrompe per iscriversi alla Scuola cantonale professionale dei pittori-decoratori a Lugano. È di quegli anni la frequentazione della Galleria La Cittadella a Locarno che lo introduce nel mondo dell’arte, in particolare, della pittura astratta. Svolge il perfezionamento professionale presso l’atelier di Fritz Bölt ad Ascona e partecipa alle prime collettive della Galleria Il Portico di Locarno.

In seguito dedica impegno anche alla grafica pubblicitaria. Si trasferisce a Bienne e a Zurigo, dove lavora come grafico progettista frequentando i corsi di disegno alla Kunstgewerbeschule. La sua espressione artistica qui trae ispirazione dalle tendenze grafiche della rivista Neue Grafik fondata da Josef Müller-Brokmann, Max Bill, Hans Neuburg, Carlo Vivarelli e Richard Paul Lohse. Nella pittura si avvicina al linguaggio astratto-geometrico.

Nel 1960 si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Brera. Nel 1963 ritorna a Locarno dove svolge un breve periodo di insegnamento come docente di educazione visiva al Ginnasio Cantonale e alle Scuole Maggiori. 

Alla fine degli anni Sessanta lascia l’insegnamento per dedicarsi alla professione di grafico, alla pittura e alla scultura. 

Dagli anni Settanta fino al 2012 la sua attività artistica è ricca e variegata. A fianco dei numerosi progetti grafici in Ticino (allestisce diverse esposizioni per la Città di Locarno, il Museo di Valmaggia, il Film Festival e il Museo Onsernonese), espone regolarmente tele e sculture in esposizioni personali e collettive.

Dal 1993 al 2011 collabora inoltre con la Scuola di Scultura di Peccia come insegnante di studio del nudo, della testa e di anatomia artistica.

Dal 1971 fino alla sua scomparsa è membro attivo di Visarte (già SPSAS Società dei pittori, scultori e architetti svizzeri) di cui è stato vice-presidente della sezione Ticino.

Muore a Verscio nel 2016.