2022

Malina Suliman

Malina SulimanL’iniziativa espositiva dedicata all’artista afgana di notorietà internazionale Malina Suliman segue il fil rouge che collega le esposizioni dell’attuale stagione di Casa Rusca, identificando il museo come luogo d’incontro e di dibattito.
L’artista è nota per i suoi critici graffiti a Kabul, per i quali ha subito importanti aggressività e violenze. Al centro del suo lavoro vi è l’analisi della situazione femminile in Afghanistan, il suo legame con il paese natale e il suo controverso rapporto con l’integrazione in Occidente.
L’esposizione site-specific, concepita e allestita da Malina Suliman durante il suo soggiorno a Locarno, è densa di significati e di forte impatto visivo, composta da installazioni, contributi video e audio e dipinti murali.
Ci si trova davanti a un percorso inedito per il Museo, con sale dedicate al tema del velo, più nello specifico il burqa e la concezione di questo elemento in Afghanistan e in Europa; si affronta successivamente, in una logica quasi consequenziale, l’argomento del turbante come simbolo di supremazia maschile e oppressione dei diritti delle donne.
Nelle sale conclusive della mostra si sviluppa e si rivela l’abilità artistica di Malina Suliman, attraverso dipinti murali che si ricongiungono alla sua street art e un’opera realizzata con le spezie, nel contesto di una riflessione sulla propria cultura e sulle aspettative, impressioni e delusioni dell’esperienza d’integrazione in Europa.
I progetti dell’artista vengono presentati in uno spazio che è in forte contrapposizione con il loro messaggio, che in effetti, a Casa Rusca, s’inserisce in una dimora signorile settecentesca. In questo modo cercano di trasporre nel mezzo artistico le esperienze di esplorazione e indagine dello spazio urbano in quanto moltitudine di flussi di mobilità e diaspore di persone e conoscenze.
Abbracciando e analizzando la trasposizione di artefatti culturali, il lavoro di Malina Suliman si interroga sulla sostanziale artificiosità della cultura e si pone come critica del contesto multiculturale. La sua pratica artistica esamina i conflitti risultanti dalla giustapposizione dell’identità collettiva con le identità esiliate e il modo in cui i loro significanti uniscono i pensieri, le idee, le esperienze e i dialoghi di popoli e culture diverse.

La sua arte è sempre stata uno strumento di critica sociale e politica, portando all’esplorazione di quel meccanismo che si cela dietro l’esclusione sociale, la discriminazione e la diseguaglianza, così come delle diverse gerarchie di genere, classe, razza, etnicità e cittadinanza che segnano territorialità diverse. Malina Suliman cerca inoltre di porre domande sulla vita quotidiana e sulle lotte per la sopravvivenza, esprimendo pensieri che scavano le nostre origini e la nostra identità.

Dai lavori dell’artista scaturisce inoltre una forte volontà di denuncia nei confronti della normalizzazione di varie ingiustizie nella società afgana contemporanea. Malina cerca difatti di incrementare la consapevolezza sulle diseguaglianze di genere e di avviare un processo che possa dare voce alle generazioni di donne presenti e future e anche di denunciare e ritenere responsabili delle proprie azioni chi commette tali ingiustizie.

La mostra di Malina Suliman, un “unicum” per il Museo, presenta così un grande potenziale di stimoli, da cui sviluppare riflessioni di innegabile attualità.

1987 Serodine, la pittura oltre Caravaggio
1988 Graham Sutherland
1989 Giorgio Morandi
1991 Max Bill
Alberto Burri
1992 Osvaldo Licini
1993 Enrico Baj
1994 Emil Schumacher
1996 Asger Jorns
1999 Maraino Marini
Sophie Taeuber-Arp
2001 Antoni Clavé
2004 Piero Dorazio
2010 Valerio Adami
2011 Fernando Botero
2013 Varlin
Zao Wou-Ki
2014 Hans Erni
Jacques Lipchitz
2015 Hans Arp
Felice Filippini
2016 Javier Marín
Rotella e il Cinema
2017 Robert Indiana
Ivo Soldini
2018 Mario Botta
Alex Dorici
2019 Manolo Valdés
Stephan Spicher
Meng Yan. Ritratti
2020 Gilbert & George
2021 Aurelio Amendola. Visti da vicino
Armando Losa
2022 Gabriela Spector